Domenica 15/03/2020

Articolo La Repubblica

Coronavirus, sul campanile della cattedrale di Bologna: “Suono le campane ogni sera, sembrano dire: andrà tutto bene”

“Il suono delle campane è la voce della Chiesa, viene usato nelle occasioni solenni”, racconta Andrea Tescari, campanaro dell’Unione campanari bolognesi. Ogni sera alle 19.00 il suono delle campane della cattedrale di San Pietro a Bologna raggiunge le case delle persone, in una città deserta e chiusa a causa dell’emergenza coronavirus. “E’ stato l’arcivescovo Matteo Zuppi a volere che, in questo momento particolare che stiamo vivendo, ogni sera suonassero le campane, sembra che dicano che andrà tutto bene, che ce la faremo e che questo momento passerà”, dice con una mascherina al collo il campanaro, che poi inizia a muovere, come un burattinaio, con mani e piedi le corde che azionano il batacchio delle campane e parte una musica che rassicura.
 
14 Marzo 2020
Di Valerio Lo Muzio
La Repubblica

https://video.repubblica.it/dossier/coronavirus-wuhan-2020/coronavirus-sul-campanile-della-cattedrale-di-bologna-suono-le-campane-ogni-sera-sembrano-dire-andra-tutto-bene/355844/356411

Articolo Quotidiano.net

Bologna, 12 marzo 2020 – Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, sta guidando ogni giorno la novena per affidare la sua città alla Madonna di San Luca. “La facciamo dalla cattedrale, la chiesa madre delle nostre comunità e della città degli uomini, perché a San Luca non abbiamo la possibilità di trasmettere in streaming in modo efficace”. È la preghiera al tempo del Coronavirus.

Eminenza, le messe sono sospese, le chiese sono chiuse. Eppure, anche se noi dei giornali ne parliamo poco, tanti stanno riscoprendo il bisogno, direi l’esigenza della preghiera.
«In realtà molte chiese sono aperte, ma ci va poca gente, per i motivi che sappiamo. C’è un dovere di rispettare le indicazioni del governo per tutelare la salute di tutti. E questo crea, certo, una dolorosissima separazione. C’è però un legame molto profondo, spirituale, che trova espressione grazie al digitale. Anzi direi che il digitale, che spesso portava a isolarsi e lontano dalla concretezza, ora diventa quello per cui è importante, uno strumento di comunicazione vera».

Lei però fa annunciare la diretta streaming con l’annuncio delle campane, uno strumento antico. Perché?
«Le campane sono sempre state uno strumento di consolazione, di aggregazione, di condivisione di sentimenti profondi: dalla gioia al lutto. Fanno sentire chi le ascolta come parte di un campanile: che non vuol dire essere campanilisti. Il campanilismo è chiudersi in un gruppo, ed è sbagliato; il campanile invece è aperto all’orizzonte ed identifica tutti gli uomini della città. È un segno che unisce la terra al cielo, un suono che richiama a una presenza. Guardi, posso dirle una cosa? Il suono delle campane ha qualcosa di bello anche nella tristezza, perché ci fa sentire parte di qualcosa di altro e raggiunti da qualcun altro».

Ci fa sentire meno soli? È questo che vuol dire?
«Sì, soprattutto adesso. La malattia isola, e per vincerla dobbiamo isolarci. Ma noi sappiamo che non siamo, non possiamo essere delle isole. E le campane ci fanno sentire meno soli».

12 Marzo 2020

di Michele Brambilla

Quotidiano.net

Articolo Il Timone

Dopo aver indicato la novena «per chiedere alla Madonna di San Luca di intercedere per la protezione delle nostre città e paesi dal male» dell’epidemia, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi ha anche invitato «tutte le chiese della diocesi a suonare le campane alle ore 19 da domenica 8 marzo fino a martedì 17 marzo in contemporanea alla Novena da lui presieduta alla stessa ora».

Ma perché suonare le campane in questa occasione così particolare? Qual è il loro significato? Forse assordati dal rumore delle nostre città abbiamo dimenticato lo scampanio delle chiese e soprattutto sono pochi a conoscere il significato di quel suono.

Per capire il senso più profondo delle nostre campane, bisogna andare a vedere l’antico rituale di benedizione. La campana veniva, per così dire, “battezzata”: veniva aspersa con acqua esorcizzata, consacrata con l’unzione dell’olio, e le veniva dato un nome. Poi veniva incensata. Solo così la campana può svolgere la sua funzione di araldo del Vangelo, che porta l’annuncio del primato di Dio ovunque e caccia ogni infestazione maligna.

L’idea fondamentale è che il suono si diffonde nello spazio; dunque, dove giunge questo suono “consacrato”, lo spazio viene riconquistato a Cristo, la mente viene elevata al ricordo di Dio e le infestazioni del maligno vengono messe in fuga. E’ per questo che le orazioni dell’Ordo ad campanam consecrandam del Pontificale Romanum (1961-1962) domandano a Dio che, per il suono di queste campane, «cresca la devozione e siano respinte tutte le insidie dei nemici», come anche il fragore della grandine, la tempesta, etc.

Le campane, come esplicitamente richiamato dalle tre orazioni, sono le nuove trombe d’argento di Mosé (Num. 10, 2), che chiamano il popolo alla preghiera; sono le trombe fatte suonare da Giosué nella presa di Gerico (Gs. 6, 1-14); ed ancora sono la voce di Cristo che seda la tempesta (Mc. 4, 39).

A Bologna c’è la tradizione dei campanari e del tipico scampanio del “doppio alla bolognese”, un suono inconfondibile per tutti in città e non solo. Qui sotto un video che offre un assaggio di questa tradizione, sarebbe davvero bello che l’invito del vescovo venisse accolto.

Slegate queste campane e un bel doppio alla bolognese seppellisca ogni male.

 

La prima cosa bella di giovedì 12 marzo 2020

La prima cosa bella di giovedì 12 marzo 2020 sono le campane alle sette della sera, che suonano a Bologna per chiamare a raccolta contro l’emergenza. I rintocchi partono nello stesso istante da tutti i campanili della diocesi e si diffondono nella città deserta, fanno eco nella piazza vuota, rimbalzano contro le serrande abbassate dei bar, vagano  per i vicoli del centro e gli stradoni di periferia. È un messaggio universale, anche per chi religioso non è. Come noto, la campana suona per tutti noi. Non importa sapere che è stata battezzata con acqua, cosparsa d’olio e d’incenso. Non importa riconoscere il suono, sapere che è il doppio bolognese, una tecnica cinquecentesca nata quando venne issata la seconda campana perché nemmeno uno strumento può vivere da solo. Basta ascoltarla e sentire che un’altra risponde. Hanno cominciato domenica scorsa e continueranno fino al 17 marzo, per nove sere, una novena voluta dall’arcivescovo Zuppi. Esiste anche una preghiera laica, collettiva e muta, fatta di assenso e riconoscimento, di rispetto e fiducia, negli altri come nel destino. Curiosamente ieri più persone, da Bologna, mi hanno mandato un sonoro delle campane delle sette di sera, come per propagarlo, per annullare la distanza proprio mentre la stiamo tenendo.